Bentrovate e bentrovati,
questa è La lettera che, ogni 15 giorni, vi scriviamo da Casa Fools per guardare il mondo attraverso gli occhi del Teatro.
Qui siamo Luigi, Roberta e Stefano e non vi abbiamo ancora detto BUON ANNO!

Ti è mai capitato di affrontare una selezione?
Per un posto di lavoro o un provino, uno di quegli appuntamenti dove speri: speriamo scelgano me!
Scegliere ed essere scelti.
Ma chi sceglie sa cosa vuole?
E chi vuole, sa cosa scegliere?

Il Gran Varietà, visto dagli occhi di Davide Dalla Costa. Per chi c’era, per chi se lo è perso.
La posizione di chi spera di essere scelto è scomoda, e quella di chi sceglie può esserlo ancora di più.
In questa giostra che sembra un calcinculo gigantesco, dove solo alcuni acchiappano il nastrino appeso e gli altri scendono col rimpianto, ogni anno, a Casa Fools, ci ritroviamo a scegliere gli spettacoli per la stagione teatrale.
Quest’anno abbiamo ricevuto oltre 380 proposte artistiche da tutta l’Italia e da alcuni paesi d’Europa. Figo, vero?
Il lavoro che stiamo facendo per restituire dignità agli artisti e centralità al pubblico sta funzionando. Ci vuole tempo.

Silvia Laniado nel famigerato tenore dal nome impronunciabile. Si, ha davvero esploso dei petardi in scena. In mezzo alla gente. Lui è così.
Ricevere così tante proposte, però, presenta il problema della scelta.
Sceglierne 5 su quasi 400 non è più una selezione, ma la ruota della fortuna.
Anche nonno lo diceva sempre: la vita è questione di mazzo.
Intendeva in quale mazzo di carte finisci. Noi lo intendiamo proprio come sinonimo di buona sorte. (Perché poi il sedere è sinonimo di buona sorte? Boh, indagheremo.)
Ma come si fa a scegliere in mezzo a così tanti spettacoli? Come funziona la selezione di una stagione di un teatro?
In Italia, come all’estero, esiste un sistema chiamato di “scambi”: le compagnie che gestiscono teatri più o meno grandi sparsi per il territorio si ospitano a vicenda, garantendosi una tournée. Io ospito il tuo spettacolo nel mio teatro a Torino, tu mi ospiti nel tuo a Messina, Massa Carrara, Pordenone…
Per le compagnie è ottimo, per il pubblico meno, ma tanto non lo sa.
Così facendo diventa difficile fare un lavoro di formazione del pubblico, guidarlo alla scoperta, spingere le persone a fidarsi di ciò che stai programmando.

Francesi vessati e traduzioni impobabili. Con Alain Valeau.
Abbiamo deciso di non fare scambi, ritirarci da questa prassi, rinunciare alle date in giro e condividere la direzione artistica con chi il teatro lo vive, lo abita, ci si siede e passa del tempo: gli spettatori e le spettatrici.
Lo saprai già, ma sintetizziamo per i nuovi: ogni anno, a Casa Fools, si costituisce un “collettivo” di direzione artistica, il Collettivo Cartellone Condiviso, formato da una trentina di persone di età e provenienze molto diverse, che, insieme a noi, guardano le proposte e decidono cos’è urgente portare in scena, condividere. No addetti ai lavori, anzi, perché non prendi in considerazione l’idea di partecipare?
Le discussioni non mancano, i gusti differiscono, i pareri contrastano, ma alla fine gli spettacoli scelti rispecchiano la media delle valutazioni collettive.
Quali criteri usiamo?

Paola Bertello ha sempre fatto cose strane, con la voce.
In primis questo:
Se guardando uno spettacolo proposto ti viene voglia di portarci un’amica, la mamma, il fidanzato: bene! Passa la prima selezione.
Ti stai annoiando mortalmente? Il video si sente male e si vede peggio? Non stai capendo che diavolo succede in scena? Non sei tu, è lo spettacolo. Via, passa ad altro.
Poi si valutano altri fattori: la bravura degli attori, l’interesse rispetto al tema, la forza del testo, il ritmo…
Fatta la prima selezione, la seconda tiene in considerazione altri criteri: come stile somiglia ad altri? Sì? Allora tra questi si dovrà fare un’ulteriore selezione. Non si possono programmare solo monologhi o solo commedie o solo classici. Ci vuole un ventaglio di offerta il più variegato possibile.
I 20 spettacoli che sopravvivono vanno in finale e qui comincia la grande discussione. Gente che minaccia di barricarsi in teatro se si sceglie o non si sceglie quel dato titolo, insoddisfazioni, esultazioni, imprecazioni, derisioni, accettazioni…
Di solito la maggioranza vince sempre, e talvolta può capitare che lo spettacolo scelto soddisfi molti, ma altri no.

C’è stata della censura.
Chi ha superato questa selezione, questo Squid Game teatrale così pieno di insidie? E perché?
Ti facciamo una veloce carrellata:
Io amo Italia
Esemplificativo, perché se l’è giocata maluccio: video girato in verticale col cellulare tenuto in mano, ambiente pieno di disturbi, c’erano tutti gli ingredienti per dire: no grazie, torna quando avrai del materiale decente. Eppure…
Eppure questa giovanissima attrice, Sofija Zobina, è potentissima. Figlia della sua epoca, fatta di falso decadentismo, in reazione al fintamente perfetto dei social. La storia che racconta è bella. Ad alcuni non è piaciuta la forma fintamente (appunto) stand-up comedy. Ma per fortuna questo è teatro, e di questa attrice sentiremo parlare in futuro.
Polmoni
C’è chi s’è commosso e chi no, a chi è piaciuto moltissimo e chi no. Molto simile, come contenuto, a un altro spettacolo in selezione, fino alla fine ne abbiamo discusso. Sono passati loro perché tremendamente attuali: una storia di coppia, d’amore al tempo dei 40 anni, quando le cose o si fanno o restano parole. Storia di dolori e possibili rinascite. Il testo è di Duncan Macmillan,scrittore britannico di 45 anni, ed è bellissimo. Un po’ di nuova drammaturgia inglese, finally! (Attualmente sono i migliori a scrivere per il teatro, mannaggia a loro.)

Come sempre un cast intimo, sobrio, minimale.
A volte Maria, a volte la pioggia
Daniele Parisi lo abbiamo conosciuto quando eravamo dei coraggiosi pischelletti di vent’anni in viaggio nel mare del teatro. Ora che siamo adulti e di acqua ne è passata molta, guardiamo Daniele con ammirazione. Il suo modo di fare teatro è originale, sensibile, eclettico, cinico, poetico. Un monologo che non sembra tale, tanti sono i toni, i volti, i modi, l’uso geniale della musicalità. Questo spettacolo è stato quello che ha messo d’accordo tutti.
Barbie e Ken – Riflessioni su una felicità imposta
La sfiga, o fortuna, ha voluto che questo spettacolo nascesse ben due anni prima del film, sollevando interrogativi complementari. Ora molti pensano sia figlio del film, ma non sanno che il film si è ispirato a loro! Scherzi a parte, è uno spettacolo molto intelligente, è passato perché ha una drammaturgia forte, attori bravissimi, tema caldo trattato bene. E poi ci ha fatto ridere. Lui è Filippo dei Free Nipples, chi ha visto sa.

Roberta è una donna che ha molti talenti. Nascosti.
Stand by me
E qua si apre una bella storia, perché loro hanno partecipato alla selezione con un altro spettacolo, che non è piaciuto. Ma abbiamo dato uno sguardo al loro repertorio perché, sempre per il discorso della varietà di generi, era l’unico di danza. La danza, se fatta bene, è teatro che ha immagini come parole. Quindi questi qui sono usciti dalla porta e rientrati dalla finestra. Perchè questo ripescaggio? Perchè noi abbiamo il dovere di guardare un po’ più in là, e se troviamo qualcosa di particolarmente originale lo portiamo a Casa per condividerlo. Vuoi un assaggio? Il trailer, può bastare.
Insomma ci sono due monologhi, uno maschile l’altro femminile, due spettacoli di drammaturgia originale, un testo inglese, uno spettacolo di danza. Variegato il giusto.
Ci abbiamo messo tre mesi per vedere e commentare tutto, ma come dice il proverbio: se vuoi andare veloce vai da solo, se vuoi andare lontano vai insieme.

A proposito di sobrietà, chiudiamo con una icona di stile: Giorgia Goldini.
Siamo d’accordo con le scelte del CCC (Collettivo Cartellone Condiviso)?
Alla fine si, e pazienza se non possiamo fare scambi e far girare di più i nostri spettacoli.
In questi anni abbiamo capito che, alla fine, hanno ragione loro. Pur non essendo addetti ai lavori, fanno dei commenti, delle note di regia molto più calzanti dei professionisti, il cui principale limite è non vedere altri che sé stessi allo specchio.
Il teatro è quell’arte popolare che ti fa uscire diverso da come entri, se quel che accade sulla scena è davvero vivo, ti cerca, ti vuole, ti ama e ti attraversa.
Non resta che la prova del nove, il tuo parere.
Vieni, vedi, partecipa, discuti. Ti aspettiamo a braccia aperte.
E tu, ci sceglieresti?